lunedì 5 luglio 2010

Parerga e Paralipomena

Mi concedo una pausa dalle discussioni di stretto diritto. Questioni a margine...complementari, come suggerisce il titolo.

Se volete, potete chiamarlo un post metagiuridico. Io, dal canto mio, spero rivesta una qualche utilità in stile psicanalitico freudiano (atteso che sto letteralmente "sclerando").

Mi sono rotto le scatole delle banche!...e scusate il gallicismo.

Chi, come me, si trova a dover formulare 12 opposizioni a decreto ingiuntivo bancario in un solo dannato mese, si rende improvvisamente conto di una verità tanto scioccante quanto ovvia.
In Italia le lobby esistono eccome.
Ne è un esempio lampante la normazione in tema di diritto bancario.
Tanto non bastasse, anche la giurisprudenza sembra prostrarsi di fronde ad un'arroganza che oramai tracima gli argini dei più basilari principi di diritto.

Chi si trova a dover analizzare il comportamento di un istituto di credito (avversario per me tanto prediletto quanto odiato), vede infrangersi il proprio sguardo su miriadi di annotazioni contabili intrecciate: conti di servizio, giroconti virtuali, decine di contratti gravanti su di un unico conto corrente, ciascheduno con la propria regolamentazione di dettaglio, rigorosamente pattizia (oggi, ad esempio, scopro l'esistenza di un contratto atipico denominato "castelletto di sconto promiscuo"...termine immaginifico che a me, letteralmente interpretato, ricorda tanto una casa d'appuntamenti dell'est europa a basso prezzo!)

Si noti, beninteso, che questi dati non sono accessibili certo dalla documentazione di cui alle ingiunzioni, visto che il legislatore ha concesso ai bancari di agire sulla base - in sostanza - di una autodichiarazione (alla faccia del divieto di prova a favore di se stesso).
Così, il povero legale dell'opponente, deve opporsi...e per farlo deve dimettere egli stesso i documenti ove si evincono le irregolarità, adempiendo all'onere di prova di controparte! (pena, naturalmente, un opposizione del tutto generica).

A ciò si aggiunga che, forse per la naturale simpatia che irradiano, le banche sono gli unici soggetti che possono applicare tranquillamente tassi usurari alla piena luce del sole (mascherando parte del tasso sotto voci diverse).
Tutto quanto sopra, poi, per non parlare dell'anatocismo, questo simpatico istituto vietato a tutti, tranne che alle banche.

Nonostante questo, il sottoscritto continua ostinato ad opporsi.
Mi ridano pure in faccia i giudici e le controparti.
Se la Cassazione mi ha dato ragione sulla commissione di massimo scoperto (che va conteggiata ai fini del controllo anti usura), forse prima o poi anche la mia richiesta di remissione alla Corte Costituzionale in tema di anatocismo troverà un orecchio disposto ad ascoltare.

Mi si passi lo sfogo, ma vedere che per ciascuna delle mie possibili eccezioni è stata coniata "ad hoc" una legge speciale tesa a paralizzarla...beh....ha dello sconfortante.

Prima o poi....a suon di sconfitte...potrei pure diventare un'autorità in diritto bancario :-)

Il Don Chisciotte del conto corrente.



















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